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|7| Yogic Studies - Storia dello Yoga ed evoluzione nel tempo / Testi principali dello Yoga

PARTE 01

FENOMENO YOGA

Lo yoga è stato molto produttivo nella nostra parte del mondo, anche per come ha ispirato o stimolato, anche indirettamente, la creazione di vie di ricerca spirituale e tecniche introspettive di miglioramento e perfezionamento. C’è da dire però, che oggi, attorno allo yoga orbitano grandi multinazionali del fitness, spesso santoni senza scrupoli, pronti a cavalcare l’onda del fenomeno yoga. Non è facile per un neofita, aver chiarezza sul mondo dello yoga, nelle diverse tradizioni, dovendosi interfacciare con la sua grande commercializzazione, che va spesso a vanificare gli insegnamenti e i principi base.

FENOMENO YOGA

Vedremo brevemente in seguito, senza pregiudizi, le evoluzioni dello yoga e le sue trasformazioni nel tempo, per fare un po' di chiarezza, per contestualizzarlo, far capire come la storia, gli eventi politici e sociali irrompono anche nel mondo dell’antica spiritualità indiana per poi arrivare ai giorni nostri.


VISIONE GENERICA

Partiamo dando una visione generica del suo sviluppo nella storia. Di seguito accenneremo solo ad alcuni testi, maestri e influenze, solo per dare una prospettiva storica e non perché siano questi i soli ad aver giocato un ruolo importante.

I testi che parlano di yoga, perfino quelli più autorevoli, non sono tutto. In questa disciplina c'è un’aura di indicibilità, un vissuto che resta oltre i confini raggiunti dalle parole, come ci dicono tanti insegnamenti di saggi e santi. Parlare delle origini dello yoga non è semplice, in quanto la storia indiana, e l’incertezza delle datazioni è maggiore quando riguarda la vita e le dottrine di asceti, spesso ai margini della società del loro tempo. Ma questa incertezza non autorizza a fornire a caso date precise e spesso molto antiche, come fanno vari libri di argomento yogico, dal momento che più torniamo indietro, più l'oscurità aumenta.


INQUADRAMENTO STORICO

Un minimo inquadramento storico culturale è necessario per capire le pratiche e le motivazioni dei praticanti dello yoga nel corso del tempo. Premettiamo innanzitutto che lo yoga non è una religione ma un sentiero di perfezionamento e liberazione interiore.

La radice del nome yoga risale alla radice sanscrita yuj=aggiogare, corrispondente a quello dell'italiano “giogo” il cui significato richiama al soggiogamento (di sé stessi), sottomissione e di unione, ma unione tra chi o che cosa? Nelle sue varie forme lo yoga implica uno sforzo o una realizzazione di auto dominio e autocontrollo. Questo non significa che l'interpretazione di yoga come unione sia erronea però questa appare meno adatta per una vastissima gamma di manifestazioni storiche per le quali invece vanno bene le equivalenti italiane come “autodominio”.

Nel grande corpus dei Veda, tra testi più antichi indiani (tra il 2000 a.C. e il 1100 a.C.) precisamente nei Rgveda, ritroviamo il primo termine in riferimento allo yoga, inteso come “giogare, unire il carro al bovino”; non era inteso con la valenza spirituale che gli diamo oggi. È solo nelle Upanishad (VII-VI a.C.?), testi vedici delle età successive, che emergono le prime definizioni di cosa sia lo yoga, come forma spirituale di liberazione: è rappresentato come una disciplina che mira a una meta di universalizzazione, cioè alla scoperta d'identità tra lo spirito infinito, il Brahman, e lo spirito presente in ciascuno di noi, l’Atman, per liberarsi dal ciclo di nascita e morte definito Samsara, che causa sofferenza. Sarà in quest'epoca, nella piana dell’Indo, che si afferma la figura dell’asceta. Possiamo definirli controcultura, chiamati anche Sramana, che portano un’ideale di vita in contrasto con quello vedico, che compie i sacrifici, tipico del tempo.

Tra l’800 e il 200 a.C. questi gruppi di asceti, abbandonavo le forme di società organizzata, concordi sulla necessità di cambiare il modo di condurre la propria esistenza; si passa quindi da una religiosità esterna mediata, attraverso i sacrifici fatti da “sacerdoti”, ad una religiosità “interiore”, solitaria. Praticavano meditazione, controllo del respiro, tecniche fisiche, definite tapas, per ottenere doni dagli dèi, immortalità, mortificando il corpo per liberarsi dal ciclo del samsara. Agli occhi dei capifamiglia del tempo queste affermazioni risultano anticonformiste, non in linea con una condotta di vita ordinaria. Ed è per tali ragioni che in quegli stessi secoli l'uso della parola yoga contraddistingue tutti coloro che, invece di seguire l'ordine istituito e comunemente accolto, si inoltrano in sentieri anticonformisti spesso con uno stile di vita solitario. Lo stesso Buddha, il principe Siddharta, è considerato uno sramana.


TESTIMONIANZE STORICHE

Passando all'induismo dell'età posteriori alla conclusione del periodo vedico, dovremmo prendere in considerazione le testimonianze di numerosi testi, uno tra i più importante è il Mahabharata, sterminato poema, probabilmente riscritto più volte, e originariamente più antico, che ci offre una testimonianza preziosa in materia di yoga: miti, insegnamenti morali, per lo più intendono yoga nel senso di pratica. I riferimenti allo yoga, più che mostrare connessioni con una scuola precisa, sono presentati come un tesoro di pratiche largamente diffuse, caratterizzata dall’ascetismo e dall'acquisizione di poteri mirabili. Queste pratiche di yoga si ritrovano anche tra gli episodi più “didattici” del Mahabharata: la Bhagavadgita. Quest'ultima ha trasmesso un grande messaggio alle generazioni successive, sia ai dotti sia a persone meno colte che avevano bisogno di guida e di conforto. All'inizio del quarto capitolo l’autorevole voce di un altro celebre Dio, il cui appellativo qui è Krsna, spiega come individuare l’antica origine dello yoga.

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